Rif: ITA-ACCRU-AU-210; ultima modifica: 09/02/2017 11:41:00

Masi, Giulio <1569-1636>

Materiali d'archivio

  • Forma variante Fiorito
  • Forma variante Maxi, Giulio

Fonti ACF, Catalogo Parodi, ACF-Cat.1a, ACF-Cat.1b, ACF-Cat.2, ACF-Cat.3, ACF-Cat.4a, ACF-Cat.4b, ACF-Cat.4c, BCF-Cat.1a

Esistenza Firenze 19 aprile 1569 — Monopoli (BA) 25 settembre 1636

Nota biografica Ecclesiastico e letterato.
Nei cataloghi di Crusca è designato come «dottore». È infatti dottore in "utroque iure" a Pisa il 17 giugno 1593. Vescovo di Giovinazzo di Bari dal 1611 al 1627; poi vescovo di Monopoli fino alla morte. Le sue spoglie riposano a Monopoli nella Cattedrale, presso l'altare di San Lorenzo.

I documenti conservati nell'Archivio dell'Accademia sono intestati "Giulio Maxi". I dati sono a cura di Diego de Ceglia, autore del saggio "Giulio Masi (1569-1636): dall'Accademia della Crusca all'Episcopato di Puglia, in "Studi in ricordo di Felice Moretti", numero speciale di "Studi Bitontini", 2016, nn. 101-102, a cura di Nicola Picio e Custode Silvio Fioriello, Santo Spirito di Bari, Edipuglia, 2016, pp. 65-88.

Attività in Accademia
Tiene in Crusca lezioni e recita in Accademia il 27 maggio 1591 i due sonetti "L'amoroso desio ch'entro al mio petto" e "Se d'avi illustri un lungo ordin vetusto". Tra i primi a partecipare ai lavori del "Vocabolario", fornisce spogli per la lettera "A" da "appetito" ad "appoggio", sui quali riferisce nella seduta del 31 agosto 1592. Censore dal 1° luglio 1592 al 15 febbraio 1593. Anche dopo il suo trasferimento a Roma nel 1595, non cessa di interessarsi al "Vocabolario" e s'impegna a concorrere alle spese di stampa.

Note Approfondimento
Nel Codice Riccardi e nel Diario dell'Inferigno si dice che è fatto accademico il giorno 27 giugno 1590 (cfr. BCF-Cat.1a).

Pala lignea dell’accademico, dipinto su tavola del sec. XIX di ignoto fiorentino

Pala lignea dell’accademico, dipinto su tavola del sec. XIX di ignoto fiorentino

Accademico dal
2 luglio 1590

Nome Accademico
Fiorito

Motto accademico
Del presente mi godo, e meglio aspetto