Rif: ITA-ACCRU-AU-156; ultima modifica: 04/10/2016 14:16:00
Fonti BNCF, ABI, ACF, Catalogo Parodi, ACF-Cat.1a, ACF-Cat.1b, ACF-Cat.2, ACF-Cat.3, ACF-Cat.4a, ACF-Cat.4b, ACF-Cat.4c, BCF-Cat.1a
Esistenza Firenze 1561 — Firenze 1642
Nota biografica
Letterato.
Accademico Fiorentino (nominato consolo nel 1626), senatore nel 1641. «Nobile tra Nobili di Firenze sua Patria; amenissimo nelle Conversazioni; Dotto trà Letterati; ebbe il suo più nobil piacere, nel conversar con le Muse», così lo descrive Giulio Negri nell’“Istoria degli scrittori fiorentini”, opera pubblicata postuma nel 1722. Traduttore di Pindaro, «poeta principalissimo» in Crusca secondo Salvini nei “Fasti consolari” (1717), scrive prose e discorsi, tra i quali l’“Orazione funerale in lode dei polli mangiati dagli Accademici della Crusca d’agosto 1592” – recitata durante un sontuoso stravizzo – e la “Lezione sopra un sonetto del Petrarca”.
Attività in Accademia
Molto assiduo in Crusca, ricopre per cinque volte la carica di censore (1590-1591; 1593; 1598-1599; 1601-1602; 1603-1604); massaio dal febbraio 1598 al novembre 1599; tre volte consigliere (nel 1592, nel 1594-1595 e nel 1596-1597); è tre volte arciconsolo dal febbraio all'agosto 1591, dall'agosto 1611 al luglio 1612 e nel 1626. Partecipa ai lavori per le prime due impressioni del "Vocabolario" (1612 e 1623); è membro della consulta dello stesso "Vocabolario" dall'aprile 1597 e deputato agli «affari estrinsechi» di esso nel 1610.
Opere citate nel Vocabolario
V Crusca: "Orazione funerale in lode de’ polli mangiati dagli accademici della Crusca nello Stravizzo del mese d’agosto 1592" in "Prose fiorentine", t. II, p. III;
V Crusca: "Lezione sopra un sonetto del Petrarca" in "Prose fiorentine", t. III, p. II.